Una stanza

Questi ultimi giorni li ho passati in compagnia di due miei vecchi amici, la “solitaria” Emily Dickinson , e l'”enigmatico” Fernando Pessoa. Entrambi hanno accompagnato me, durante la  mia adolescenza e il mio divenire adulta, entrambi hanno affascinato, fin da subito, la mia mente così sempre desiderosa di conoscere e confrontarsi con  l’animo altrui.
Emily e la voluta “clausura” nella sua stanza, nella sua casa, una solitudine lunga vent’anni, e Fernando, con il suo sentirsi a volte “multiplo”, il suo sentirsi come una stanza piena di specchi fantastici che distorcevano, secondo lui,  in falsi riflessi un’unica realtà.
Nel leggere i loro scritti viene naturale immaginarseli intenti nel cercare il proprio Io e la propria interazione con il mondo, e perché non pensarli appoggiati ad una parete, con le mani che tengono ben saldo il proprio corpo per non perdere comunque la percezione di sé?
Ogni tanto una parete sarebbe necessaria…………..

L’attesa

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Eccolo, è proprio lui, questo è il momento preciso in cui ti trovi da solo davanti a lei, bianca, incontaminata, essa è in balia del tuo stato d’animo pronta a ricevere il messaggio di cui si farà portatrice.
E’ un momento delicato, particolare, unico. Bisogna ascoltare, devi prendere, tu, tutto il tempo possibile per cogliere l’attimo giusto per iniziare. Non sempre è il momento giusto, a volte, bisogna attendere.
Forse oggi è uno di quei momenti.

Flash Avvo Tag [con concorso occultato]

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Allora, dunque, dopo aver passato giorni interi sotto attacchi di ansia, provocati da questa nomina piovutami dal cielo, ah no già, assegnatami dal così gentile Avvocatolo, sono riuscita a mettere insieme codesti pensieri, per quanto avrei preferito poterli esprimere per mezzo dei miei fidati pennelli e colori e con un po’ meno di ansia. In realtà la storia non è scritta in una singola frase, ma so che Avvocatolo sarà così magnanimo da perdonarmi.

“Perché non riesco ad aprire questa porta? Devo uscire, ora, immediatamente”; era spersa, il suo corpo non reagiva, non seguiva ciò che avrebbe voluto e che le ordinava la sua mente, restava immobile, niente da fare, continuava a rimanere immobile, gli occhi sgranati e il suo corpo intento solo a cercare di aprire quella maledetta porta. Eppure non ci sarebbe voluto molto, un semplice gesto, quel gesto che si è soliti compiere più volte al giorno, ma lei in quell’istante non era in grado di eseguirlo, mente e corpo sembravano quasi non appartenerle più, e proprio lei, sempre così perfetta e razionale, lei, capace di risolvere sempre ed in maniera impeccabile qualsiasi problema, ora non sapeva come fare. “Nulla di preoccupante, guarda oltre”, urlava disperatamente il suo Io, “per favore impara ad osservare, è una porta scorrevole, solo e semplicemente una porta scorrevole”.

Ecco, ora, per quanto riguarda i tag e i link , io sono una perfetta frana e quindi spero che basti ricopiare ciò che ha scritto Avvo per linkarlo. Per quanto riguarda le nomine invece, non saprei chi nominare, anche perché siete voi nuovi amici di blog che io seguo, ma siete già stati nominati da lui, ma chiunque passi di qui provi comunque a cimentarsi in questa avventura.

Questa è invece la fantastica frase di Avvocatolo e di seguito le sue regole:

Causa errato acquisto vendesi tomba vuota (mai usata) e kit decennale di chemioterapia (usato 80%); valuto permute con fucile a canne mozze o candelotto di dinamite, munirsi di autocertificato di morte, trasporto a carico della salma, NO contrassegno.

Allora.

Finora ho glissato alquanto sui Tag. Sono arrivato ad autonominarmi qui.

Non c’è bisogno che io vi dica cosa sia un Tag, veniamo alle regole:

  1. Inserire la foto che trovate qui nel post;
  2. Scrivere una storia in una singola frase, come ho fatto io (vedi sopra); tra 15 giorni tutte le storie finiranno in una pagina sul blog e la migliore di esse verrà inserita nel mio libro L’Ultimo Abele (quindi linkatemi!);
  3. Segnalare qui ( https://avvocatolo.wordpress.com/about/), i nominati che non proseguano nel Tag: saranno dati in pasto a mia suocera e condannati ai pozzetti di burraco forzati per tre ere geologiche;
  4. Non si possono cambiare le tre regole sopra;
  5. Non ci provate…anche la regola numero quattro è immodificabile.

E’ tutto.

Oggi

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Oggi mettere mano a questo quadro é un po’ faticoso, esaltante e allo stesso tempo faticoso.
Mi sembra di sentire i loro pensieri, le loro aspettative, i loro sogni, le loro sicurezze ed insicurezze.
Oggi, mi sembra di sentirle.